La settimana corta in Intesa Sanpaolo - di Giampiero Reccagni

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Il 26 maggio 2023 è stato raggiunto tra Intesa Sanpaolo e i sindacati l’accordo sui temi dell’evoluzione dell’organizzazione del lavoro, che consente di ricondurre all’interno della contrattazione collettiva gli strumenti dello smart working, dell’orario 4x9 e delle altre forme di flessibilità, che negli ultimi mesi erano stati gestiti dall’azienda in maniera unilaterale. La gestione discrezionale di queste misure aveva preso avvio dopo che la trattativa - svolta nel secondo semestre dello scorso anno - si era conclusa senza poter giungere ad un accordo.

A seguito del mancato accordo e della decisione aziendale di procedere unilateralmente, il percorso assembleare nel quale avevamo coinvolto le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo a partire da fine gennaio e fino a marzo, sia sui temi già oggetto della discussione con l’azienda, sia su tutti gli altri aspetti delle condizioni di lavoro, ha contribuito a rafforzare la posizione del sindacato e le sue istanze, creando le condizioni per una ripresa del confronto.

Come Fisac Cgil abbiamo infatti sempre dichiarato che il percorso di rivendicazione non poteva ritenersi definitivamente chiuso, fermo restando che la sua riapertura sarebbe potuta avvenire a patto che l’azienda superasse i principali elementi di contrapposizione e le criticità che ne derivavano, a partire dalla pregiudiziale disparità di trattamento e dalla mancanza di equilibrio tra rete filiali e strutture centrali nell’accesso a smart working e flessibilità orarie.

Avendo unitariamente ritenuto, alla ripresa del confronto, che tale condizione si fosse realizzata e avendo ottenuto importanti miglioramenti rispetto allo stato della trattativa alla sua interruzione a dicembre, abbiamo infine raggiunto un accordo. Che offre a molte lavoratrici e lavoratori del Gruppo la possibilità di aumentare, su base volontaria, il lavoro flessibile da casa fino a 120 giorni all’anno, con un’indennità di buono pasto di 4,5 euro al giorno; e di lavorare 4 giorni a settimana, aumentando a 9 le ore giornaliere (il cosiddetto 4×9), su base volontaria, a parità di retribuzione, senza obbligo di giorno fisso, quindi con una riduzione di orario settimanale da 37,5 a 36 ore totali.

La possibilità di lavorare solo quattro giorni per più ore era in realtà prevista dal contratto dei bancari già da oltre vent’anni, ma nessuna azienda l’aveva davvero utilizzata.

Tra le più importanti criticità che non avevano consentito un accordo alla fine dello scorso anno c’era proprio la limitazione dell’utilizzo del 4x9 praticamente solo alle strutture centrali, con una limitatissima sperimentazione sulla rete per sole 12 filiali su circa 3.500. Una delle principali novità dell’accordo consiste proprio nella significativa estensione del perimetro di applicazione del 4x9 alla rete, attraverso due distinte sperimentazioni, la prima delle quali amplia quella applicata unilateralmente dall’azienda dal mese di dicembre 2022.

Con l’accordo infatti è incrementato da 12 a 40 il numero di filiali di grandi dimensioni al cui personale è consentito di richiedere e fruire della “settimana corta”, inoltre dal 1° novembre 2023 il personale di almeno 250 filiali del territorio commerciale retail di piccole dimensioni potrà fruire volontariamente del 4x9. A tal fine, le filiali di piccole dimensioni coinvolte saranno chiuse un giorno fisso alla settimana, ricompreso tra martedì, mercoledì e giovedì, che coinciderà con il giorno di riposo della “settimana corta” richiesta dal personale interessato. Nel caso in cui colleghe e colleghi di questi punti operativi non intendano fruire della “settimana corta”, nel giorno di chiusura della filiale potranno lavorare in smart working da casa o presso un hub aziendale (ma non all’interno della filiale).

Per le lavoratrici ed i lavoratori delle filiali di grandi dimensioni coinvolte nella sperimentazione è possibile programmare nello stesso mese settimane da 36 ore e settimane da 37 ore e 30 minuti, inserendo nel caso delle settimane 4x9 la giornata non lavorativa. Il giorno di riposo può non essere sempre lo stesso: la scelta (tempo per tempo) del giorno di riposo è sottoposta all’approvazione del responsabile.

L’articolazione oraria settimanale 4x9 è prevista dal Ccnl di settore come prestazione full time e non prevede quindi una riduzione della retribuzione, non ha effetti sulla data di maturazione del diritto a pensione, né sul suo ammontare.

La revoca dell’autorizzazione al 4x9 può essere effettuata sia da parte del dipendente sia da parte del responsabile diretto, e dovrà essere formalizzata tramite apposita comunicazione con un preavviso non inferiore a 30 giorni. Anche le colleghe e i colleghi a part time, attualmente impegnati su 5 giorni, possono richiedere la rimodulazione del proprio orario su 4 giorni la settimana.

L’elemento dell’assoluta volontarietà è uno dei principali punti di forza di questo accordo, perché mette lavoratrici e lavoratori nelle condizioni di poter scegliere la modalità oraria per la miglior conciliazione dei propri tempi di vita e lavoro.

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