Riprende la mobilitazione studentesca - di Simone Agutoli

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L’Unione degli Universitari torna a protestare. A fine settembre avevamo piantato le tende in venticinque città universitarie, chiedendo un incontro con il governo e finanziamenti strutturali per il diritto allo studio.

Non siamo stati ascoltati: la ministra Bernini, ancora una volta, rifiuta il confronto e il 16 ottobre il governo ha presentato la manovra fiscale. Una manovra che non pensa all’istruzione: l’unica misura prevista è l’istituzione di un “fondo aggiuntivo statale di quasi 262 milioni di euro per l’housing universitario”. Può sembrare un elemento positivo, ma non lo è: si tratta semplicemente di risorse volte a coprire il buco causato dalla mancata erogazione della terza tranche del Pnrr. Come avevamo infatti denunciato insieme alla Cgil, con una lettera indirizzata alla Commissione europea, che poi ci ha dato ragione, l’Italia stava rendicontando come nuovi posti letto in realtà vecchi, non finanziabili con il Pnrr.

Visto il contenuto della manovra, abbiamo deciso con la Rete degli Studenti Medi di intraprendere una forte azione conflittuale: martedì 17 ottobre ci siamo accampati davanti alla Camera dei Deputati, in Piazza Montecitorio. Abbiamo fatto capire che non resteremo a guardare una politica totalmente indifferente al mondo studentesco. Vogliamo che l’università diventi un tema centrale, a partire dalla prossima legge di bilancio. Basti pensare che l’Italia investe soltanto lo 0,7% del Pil in istruzione terziaria, contro l’1,1% della media Ocse.

Dopo una notte passata in tenda e una contrattazione complessa con la ministra Bernini, finalmente abbiamo ottenuto un incontro per il 30 ottobre. Le nostre proposte si concentrano su alcuni temi chiave: borse di studio, alloggi pubblici, salute mentale, trasporto pubblico e tassazione universitaria. Tematiche prioritarie, sulle quali serve intervenire per garantire il diritto allo studio.

Il 24 ottobre abbiamo presentato i risultati dell’indagine nazionale sulla condizione abitativa degli studenti universitari, nell’ambito della quale, grazie al supporto della Cgil e del Sunia, abbiamo raccolto 20mila risposte in 34 città sulla situazione di affitti, bollette, alloggi pubblici, spese. Ne è emerso uno spaccato del disagio abitativo che in Italia colpisce oltre alle famiglie anche gli studenti, situazione che mette in discussione lo stesso diritto allo studio per gli 830 mila ragazzi e ragazze (dati Miur) costretti a spostarsi per studiare.

Bergamo, Padova, Bologna, Milano, Napoli e Roma sono le sedi dove le case sono praticamente introvabili, seguite da Torino, Firenze, Cagliari, Parma, Ferrara, Venezia, Pavia, Messina, Palermo, Perugia, Siena. Tra i principali problemi, oltre ai canoni inaccessibili (52% delle risposte) e le condizioni fatiscenti degli immobili (42%), ci sono gli annunci falsi (30%), le discriminazioni di genere (13%) e anche gli atteggiamenti razzisti dei proprietari (4%).

Dalla nostra indagine emerge anche che la pratica del nero, molto diffusa in passato, oggi è limitata al 5,5% per cento dei casi, ma supera la soglia del 20% a Napoli e Catania e del 15% a Benevento e Palermo. D’altra parte i proprietari non si fidano: il 30% chiede ai genitori di fare da garanti del contratto, mentre il 2-3% vuole una fideiussione bancaria.

I costi sono proibitivi: per una stanza singola si spendono in media 350 euro al mese, che diventano 430 se si aggiungono bollette e spese condominiali. Cifre assurde, dovute ad un’offerta che non regge il passo con la domanda, e che sono quasi impossibili da sostenere per una famiglia media. Il risultato è duplice. Da una parte, molti studenti rinunciano a studiare per i costi eccessivi, le condizioni degli alloggi e la carenza di soluzioni. E chi decide di trasferirsi lo stesso, si orienta sempre di più verso la camera doppia.

Visto il livello dei canoni, non è un caso che il 30,1% per cento degli intervistati abbia risposto che si trova in seria difficoltà economica, e che il 35,6% lamenti difficoltà anche se non gravi.

Per affrontare l’emergenza fuorisede è necessario un fondo nazionale ad hoc da 100 milioni di euro da erogare immediatamente ad atenei e Regioni. Inoltre, occorre garantire e potenziare le borse di studio, con almeno 300 milioni per assicurare la copertura totale degli idonei. Intervenire sulla leva fiscale e sulla regolamentazione, limitando e disincentivando le locazioni turistiche brevi, il canone ordinario e lo sfitto, vero o fittizio che sia.

 

Finché non avremo risposte puntuali dal governo, continueremo nella mobilitazione. Stiamo anche lavorando su un dossier che indaga il costo per studiare all’Università. Questi dati e richieste saranno alla base dello sciopero studentesco che abbiamo organizzato per il 17 novembre, giornata internazionale degli studenti.

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