Gioco d’azzardo 2.0: le scommesse sportive - di Enrico Malferrari

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La vicenda scommesse legata ai calciatori professionisti rei confessi Fagioli e Tonali, e la sua possibile estensione ad altre celebrità “del pallone”, ha avuto il merito di creare interesse mediatico attorno ad un tema tanto sommerso quanto cogente come il gioco d’azzardo giovanile. Si è però altresì generato un polverone mediatico, un complice fuoco di copertura, che ha orientato la focale della discussione esclusivamente sul gioco d’azzardo illecito, quello consumato su piattaforme illegali. Una piaga da sanare, ma ingiustamente unico imputato del tribunale mediatico. Ci proponiamo allora un viaggio nel gioco d’azzardo giovanile legale, promosso dallo stato in regime concessorio tramite Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), non per caso il grande assente dal dibattito mainstream.

Un ragazzo molto sveglio recentemente dimesso dalla comunità “Pluto” di Modena, centro residenziale per persone con Dga (Disturbo da Gioco d’Azzardo, il termine scientifico che identifica la sindrome compulsiva), mi disse durante una sessione terapeutica di gruppo: “Quando scommettevo, ero come un pollo allevato sotto una lampada … una lampada sempre accesa per ingozzarmi sempre di più”. Leggo successivamente in una rivista specializzata, che “i polli”, in questa maniera, “accelerano il processo di conversione alimentare, per la massima prestazione produttiva”.

Quando sono nati i “mercati intensivi” dell’azzardo online? A pensarla da ottimisti, si sarebbe tentati di immaginarli primigeni frutti del lockdown. Tuttavia, il comparto online, pur realizzando un considerevole balzo negli anni 2020-21, deve il proprio successo a piani industriali predisposti dalle concessionarie dell’azzardo attorno agli anni 2013-14, quando queste, pianificando il futuro del loro business, “necessitavano” di accaparrarsi il target giovani-giovanissimi, ancora parzialmente renitente ai giochi da bar come le slot machine.

Tra il 2016 e il 2021, i casinò online hanno quintuplicato la raccolta complessiva passando da 10,3 a 54,5 miliardi di euro, e nello stesso arco di tempo le scommesse sportive sono più che raddoppiate passando da 7,5 a 14,8 miliardi di euro.

Facciamo un breve viaggio tra i prodotti “smart” passati negli ultimi dieci anni in sala trucco. Entrando in un qualsiasi portale online, ad esempio https://www.lottomatica.it/lotterie/, benedetto da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ci ritroviamo di fronte una fittissima gamma di prodotti: casinò, casinò live, poker, slot e lotterie, e tanta altra mercanzia.

A titolo esemplificativo, il segmento delle “scommesse sportive” evoca, nella memoria collettiva, il mondo dell’innocente schedina del totocalcio giocata con i colleghi di lavoro per condividere piccole emozioni e sogni collettivi. Aprendo la tendina principale del sito, vediamo subito un caleidoscopio di opzioni: è possibile scommettere su ogni sorta di sport (dalle freccette al curling), su ogni evento (anche su Masterchef), sugli sport virtuali (con eventi di durata ridotta per la massima resa), o sul gaming (Fortnite e naturalmente Fifa). Ma, soprattutto, oggi è possibile entrare letteralmente in campo con le squadre, giocando in modalità live, sugli eventi in corso, scegliendo fra le infinite opzioni del momento.

Iniziata la contesa è subito possibile scommettere sulla testa e croce dell’arbitro, sul primo fallo laterale, sul primo corner, la prima ammonizione, il top scorer, il risultato del primo tempo… e via all’infinito, con la possibilità di aggiustare continuamente le puntate, come in sala borsa, a seconda dei parziali e delle quote in continuo mutamento, potendo puntare ad una vincita, per singola scommessa, fino a 50mila euro.

Ad un qualsiasi giovane, che sia Tonali o il signor nessuno, che chieda asilo al gioco per emanciparsi da un progetto di vita ingombrante o per lo stress generato dal professionismo sportivo, non è difficile immaginare cosa possa succedere, quando consuma la sua esperienza.

I picchi emotivi sono universalmente noti come elementi in grado di innescare compulsione al gioco. Caratteristiche come l’immersività, che separa il giocatore dal suo spazio-tempo; la possibilità immediata di recuperare le perdite, non elaborabili in tempi di gioco così serrati; la possibilità pressoché infinita di rimandare il game over, perché concluso il tuo evento potrai migrare sui campionati esteri, abbandonandoti definitivamente all’alea; tutto scaturisce da meccaniche di gioco del tutto simili a quelle delle slot machine.

 

Se con il gioco d’azzardo dobbiamo abituarci a convivere, occorre nondimeno frenare questa sbornia che ha origini ormai più che decennali. Occorre innanzitutto ridurre considerevolmente l’offerta di gioco d’azzardo legale, approvare una legge di riordino del settore, cresciuto vorticosamente in questi anni senza un’adeguata cornice legislativa, e sostenere le iniziative di ricerca, cura e prevenzione per riconsegnare ai cittadini un prodotto più comprensibile e gestibile.

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