Nando Sanguinetti, a muso duro, senza perdere la tenerezza - di Alessio Menconi

Il 4 gennaio scorso il compagno Nando Sanguinetti ci ha lasciato. In questi giorni tante e tanti si sono recati a dare l’ultimo saluto a un compagno straordinario: una folla di persone di tutte le età, dal giovane studente ai pensionati e alle pensionate, a testimonianza dei tantissimi legami affettivi che Nando aveva saputo creare durante tutta la sua vita.

È sempre difficile scrivere di compagni che ci lasciano, lo è ancor di più quando si tratta di compagni che hanno avuto una lunga e intensa militanza politico-sindacale. Difficile trovare parole per rappresentare al meglio la figura del compagno Nando, poiché ogni definizione sarebbe comunque riduttiva.

Classe 1935, Nando ha vissuto due secoli sempre dalla stessa parte, senza mai perdere la bussola. Spesso raccontava del fratello partigiano morto nella guerra di liberazione, e, sebbene per questioni anagrafiche lui non partecipò attivamente alla lotta partigiana, partigiano lo è stato sempre, dalla parte dei più deboli e a difesa dei valori della Costituzione antifascista.

Comunista convinto, presidente provinciale dell’Anpi di Massa-Carrara, militante sindacale instancabile, Nando fu tra i fondatori della Sinistra Sindacale nella Camera del Lavoro di Massa-Carrara, sin dai tempi di “Essere sindacato”. Rigoroso, duro, passionale, quando era il momento di intervenire nella discussione ognuno di noi aspettava l’intervento di Nando con entusiasmo, sapendo che non avrebbe fatto sconti a nessuno.

Nando era un apuano vero, e, se non la pensava come te, strizzava leggermente i suoi occhi sempre attenti, poi ti guardava dal basso all’alto, arricciava il naso e tuonava “Oh compagno, mi che me an t’ la mand mica a dir” (Oh compagno, guarda che io mica te le mando a dire), ed esprimeva tutto il suo disappunto con la passione e la lucidità che lo contraddistinguevano. Per questo, per qualcuno era un compagno “scomodo”, sempre pronto a controbattere da sinistra, senza troppi fronzoli e senza guardare troppo a ruoli e incarichi di chi aveva di fronte, perché “tra compagni ce le dobbiamo dire”.

Ma Nando sapeva anche essere tenero, e oltre al rigore politico aveva sempre un sorriso per tutti; e con quel sorriso negli ultimi anni, con il basco rosso e il suo banchetto, ha attraversato la provincia apuana, dalla costa ai monti, per iscrivere compagne e compagni all’Anpi e coltivare la memoria antifascista. Sempre presente, nonostante gli acciacchi degli anni, a tutte le manifestazioni, con la bandiera dell’Anpi in spalla, è stato un esempio di militanza attiva per tutti.

Quando nel 2017 un professore fascista issò la bandiera della repubblica di Salò sulla vetta del monte Sagro, fu subito in prima linea nell’organizzare la protesta, e con i suoi 82 anni riuscì a raggiungere la vetta per sventolare con orgoglio la bandiera dell’Anpi. Questo era Nando Sanguinetti.

Oltre al dolore per l’affetto personale, Nando lascia un vuoto politico difficile da colmare. È stato un esempio di militanza attiva per tutti. A noi il difficile compito non soltanto di tenere vivo con gratitudine il suo ricordo, ma soprattutto di essere all’altezza dell’eredità politico-sindacale e umana che ci ha trasmesso.

 

I compagni e le compagne di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale di Massa Carrara ti salutano a pugno chiuso!

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