Salario e diritti, il buon risultato del rinnovo contrattuale dell’industria alimentare - di Andrea Gambillara

Firmata l’ipotesi d’accordo per tutta l’industria alimentare. Ora la parola a lavoratrici e lavoratori.

A sette mesi dall’illustrazione della piattaforma, in quattro impegnative giornate di trattative non-stop, il primo marzo scorso, assieme a Fai Cisl, Uila Uil e le associazioni delle imprese del settore, abbiamo sottoscritto, come Flai Cgil, il verbale di rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2023-2027.

Non devono essere tralasciate le vicissitudini che, nel corso dei sette mesi, si sono dovute gestire ad ogni livello, per evitare che le spinte centrifughe tra le quattordici associazioni datoriali del settore potessero portare ad una prospettiva di moltiplicazione dei contratti e, molto probabilmente, a scenari di dumping al ribasso. Un problema affrontato facendo tesoro dell’esperienza vissuta nel precedente rinnovo, in piena pandemia, che ci costrinse al recupero, ad una ad una, di ben otto associazioni dopo la sofferta sottoscrizione con sole tre associazioni, e la rottura con le tre rimanenti (sanata solo ora, dopo quattro anni di contrasti per la corretta applicazione del contratto).

Conforta come la delegazione trattante abbia condiviso per acclamazione il verbale di accordo che realizza oggi sostanziali risultati, in linea con gli obiettivi della piattaforma, soprattutto in materia di salario, welfare e contrasto alla precarietà, modificando un totale di ben trentaquattro articolati contrattuali. L’intesa prevede, infatti, per la parte economica, un incremento di 280 euro ed un montante complessivo che, a regime, sarà pari a 10.236 euro (a parametro 137). Le tranche, definite già a partire da dicembre 2023 (il Ccnl è scaduto il 30 novembre scorso), consentiranno di recuperare un importo di 170 euro già nei primi 14 mesi di applicazione contrattuale, ovvero il 60% dell’aumento totale previsto per lavoratrici e lavoratori.

Rispetto al welfare contrattuale vengono definiti a carico delle aziende: un aumento per il fondo integrativo sanitario Fasa (a garanzia di maggiori prestazioni), un incremento del contributo per la previdenza complementare e viene inoltre rafforzato il fondo a sostegno del congedo di maternità e paternità.

Sul governo del mercato del lavoro si realizza un maggiore contrasto alla precarietà attraverso il dimezzamento della percentuale massima realizzabile di contratti a termine, in somministrazione e in staff leasing, che scende dal 50% al 25% complessivo, migliorando anche il sistema di calcolo delle percentuali.

Importante anche il risultato sulla riduzione dell’orario di lavoro sul quale, nel settore alimentare, non si interveniva a livello nazionale da trent’anni. A partire dal 2026 coloro che lavorano in 18 e 21 turni avranno una riduzione di 4 ore a cui si aggiungeranno altre 4 ore di riduzione l’anno successivo, mentre dal 2027 una ulteriore riduzione di 4 ore si applicherà a tutti i lavoratori e le lavoratrici. Inoltre, saranno possibili intese a livello aziendale per ulteriori riduzioni dell’orario di lavoro in caso di investimenti tecnologici, a salvaguardia dei livelli reddituali e dell’occupazione. Altri avanzamenti si realizzano nei congedi parentali, con l’aumento delle ore retribuite per l’inserimento al nido e scuola dell’infanzia e per l’accudimento intra-generazionale per i genitori anziani.

Per i casi di donne vittima di violenza si è previsto per la lavoratrice il diritto a richiedere il trasferimento, a parità di trattamento, e concrete misure di sostegno a carico della Bilateralità. In materia di pari opportunità è stato introdotto il paragrafo specifico “Diversità e inclusione” che demanda sia alla contrattazione nazionale che a quella di secondo livello l’individuazione di soluzioni, e all’Ente bilaterale di settore la promozione di analisi e diffusione delle buone pratiche.

Si è inoltre convenuto di avviare i lavori della Commissione paritetica tecnica per l’aggiornamento delle declaratorie professionali a partire dal 2024, e cospicua risulta anche l’implementazione degli strumenti per formazione, apprendistato e sicurezza.

Questo rinnovo, una volta approvato dalle assemblee nei luoghi di lavoro, realizza a nostro avviso un triplice risultato: riconosce a lavoratrici e lavoratori risposte concrete in ambito salariale e normativo (anche con un ristoro dell’inflazione subita nei precedenti anni di vigenza contrattuale), introduce elementi di prospettiva negoziata e stabilità contrattuale in ambiti di evoluzione del mondo del lavoro (dall’orario di lavoro alla sostenibilità all’unicità del contratto). Infine, non meno importante, dimostra come il coraggio di gettare “il cuore oltre l’ostacolo” possa realizzare degli avanzamenti con l’azione sindacale ed il coinvolgimento della nostra base.

 

 
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