Portogallo: insediato il governo conservatore, di minoranza - di Franco Ferrari

Sconfitta dei socialisti dopo otto anni di governo e l’indisponibilità a una nuova alleanza con le sinistre. Exploit dell’estrema destra di Chega.

Il 2 aprile scorso si è insediato il nuovo governo conservatore portoghese, che mette fine a otto anni di predominio socialista. Il Portogallo è sembrata andare in controtendenza rispetto allo spostamento a destra di gran parte dell’Europa, ma l’eccezione è terminata con le elezioni dello scorso 10 marzo caratterizzate da un exploit dell’estrema destra del partito Chega! (Basta!) di André Ventura.

Il nuovo governo è formato interamente dalla sola Alleanza Democratica, composta dal Partito Socialdemocratico, nome ingannevole per una forza conservatrice, e dai democristiani del Cds/Pp. Il Psd esprime 16 dei 17 ministri, oltre al capo del governo Luis Montenegro. È stata definita una compagine “di combattimento”, perché può contare solo su 80 dei 230 seggi dell’Assemblea Nazionale.

Il leader conservatore ha mantenuto l’impegno di non allearsi con la destra radicale e xenofoba di Ventura. Ha deciso anche di non inglobare il più affine partito di Iniziativa Liberale (8 seggi). Da formazione ultraliberista qual è, IL puntava al ministero dell’economia, ma Montenegro ha ritenuto che concederglielo avrebbe dato troppa visibilità ad un partito concorrente. E non gli avrebbe risolto il problema politico principale: dover governare senza maggioranza.

Il sistema istituzionale portoghese consente a un partito di governare in minoranza ad una sola condizione, che riesca ad approvare il bilancio preventivo dello Stato. E per questo il governo dovrebbe poter procedere senza troppi intoppi fino all’autunno. Per tutti gli altri provvedimenti dovrà cercare accordi caso per caso, contrattando con i socialisti o con Chega!

La navigazione non sarà facile, lo si è visto già al primo appuntamento istituzionale, l’elezione del presidente dell’Assemblea Nazionale. Quando sembrava già fatto un accordo con il partito di Ventura, quest'ultimo ha fatto mancare i suoi voti e per tre votazioni il candidato conservatore José Pedro Aguiar-Branco è stato bocciato. Lo stallo è stato sbloccato solo attraverso un accordo coi socialisti, accordo che ha introdotto il principio della staffetta a metà legislatura.

Naturalmente la situazione presenta complicazioni anche per i socialisti, che sono usciti fortemente penalizzati dalle elezioni (42 seggi in meno), dopo aver potuto governare in solitaria per due anni. Non avevano voluto ripetere l’esperienza della “geringonça” basata su un accordo con le altre forze di sinistra, il Bloco de Esquerda e il Partito Comunista (Pcp), ed hanno sprecato malamente la loro occasione aprendo la strada all’avanzata dell’estrema destra. Ora dovranno muoversi su un confine sottile: permettere ai conservatori di governare, senza apparire esplicitamente come loro alleati.

La sinistra radicale ha confermato complessivamente la propria forza il 10 marzo, ma dispersa in tre diversi partiti. Il Bloco, che raccoglie un elettorato urbano e istruito, ha confermato i propri cinque seggi ed ha avviato una serie di incontri con altri partiti per presentarsi come il principale punto di riferimento per l’opposizione al nuovo governo. È stato soprattutto Livre, partito ecologista ed europeista, ad intercettare il voto dei nuovi elettori orientati in senso progressista. La conquista di quattro seggi gli consente per la prima volta di formare un proprio gruppo parlamentare. Esito elettorale difficile per i comunisti, che sono scesi anch’essi a quattro seggi, perdendone due: il peggior risultato dal ritorno della democrazia, cinquant’anni fa. Il Pcp mantiene un radicamento sociale in alcune zone tradizionali del Portogallo centrale e della cintura industriale di Lisbona, ma non è riuscito a rinnovare sufficientemente il proprio “discorso” politico per attrarre nuovi elettori.

I partiti sono impegnati ora nella campagna elettorale per il Parlamento europeo e vi è il rischio, senza un recupero di voti, che la rappresentanza portoghese all’interno del gruppo “The Left” esca nettamente ridimensionata. Nel parlamento uscente Bloco e Pcp avevano due seggi a testa ma, con rispettivamente il 9,8% e il 6,9% delle elezioni politiche, resterebbe un solo eletto del Bloco.

Intanto il nuovo governo dovrà affrontare una serie di questioni che negli ultimi anni si sono aggravate, come la condizione salariale dei lavoratori, peggiorata a causa dell’inflazione, l’emergenza nella sanità pubblica, e l’aumento del costo degli alloggi. Tutti temi per i quali i conservatori non sembrano avere risposte migliori da quelle che hanno proposto in passato: privatizzazioni e austerità.

 

 
©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search