L’iniziativa Cgil nel solco della Costituzione - di Leo Ceglia

Nei prossimi mesi la Cgil darà vita a importanti iniziative in favore della Pace, del lavoro buono e ben pagato, in sicurezza e non precario, per il primato pubblico e universale della sanità, dell’istruzione e della previdenza, per un fisco equo e progressivo e contro i progetti di riforma anticostituzionali del governo Meloni su “premierato” e “autonomia differenziata”. Gran parte di queste iniziative verranno svolte assieme alla Uil e prevedono il coinvolgimento delle associazioni che partecipano all’iniziativa nazionale “La Via Maestra”. Un’iniziativa necessaria vista la situazione interna e internazionale. A cominciare dalle guerre in corso.

Le guerre sono più di 50 nel mondo: oltre l’Ucraina e Gaza ci sono in Sudan, Yemen, Siria, Congo, Somalia e Afghanistan, tra le tante. E sulla guerra l’Unione europea ha ceduto la sua rappresentanza alla Nato. Abbiamo vissuto in Europa un quarantennio di pace credendo che si sarebbe realizzato alla fine l’auspicio di Einstein: “La guerra non si può umanizzare si deve solo abolire”. Oggi invece vale quel che ci dice Papa Francesco: c’è la terza guerra mondiale a pezzi e nessuno sembra vederla. E’ davvero terrificante che tra i belligeranti guerrafondai nessuno sembri più escludere l’uso delle bombe nucleari.

Le nostre parole d’ordine sono quelle rispettose dell’articolo 11 del dettato costituzionale. Chiediamo il cessate il fuoco e l’apertura immediata di tavoli di trattativa perché, come dice sempre Papa Francesco, “la guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta (…) non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani (...)”.

L’utopia tra gli altri di Piero Calamandrei - che in un commento del 1950, ipotizzava “una finestra (…) si riesce ad intravedere, laggiù, quando il cielo non è nuvoloso, qualcosa che potrebbero essere gli Stati Uniti d’Europa e del Mondo” - sembrava cominciare ad inverarsi con la “Dichiarazione universale dei diritti umani” (Onu 1948), sottoscritta da 51 paesi e oggi da 193 Stati aderenti (l’Italia nel 1955). Essa afferma che i diritti fondamentali appartengono ad ogni essere umano, indipendentemente da nazionalità, lingua, religione, razza, opinione politica, condizione personale e sociale.

L’Europa a sua volta, nel 1950, sottoscriveva la “Convenzione europea dei diritti dell’uomo” che entrò in vigore nel 1953 (la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia europea, se la giustizia in casa propria non soddisfa, nasce allora). Nel 1957 nasce poi la Cee, diventata nel tempo l'Unione europea.

La strada da fare è lunghissima e complicatissima, ma la direzione è quella indicata da Calamandrei: gli Stati nazionali dovranno cedere sovranità a organismi internazionali, in cui ogni paese conta paritariamente agli altri, per dirimere e governare questioni di tipo economico, ambientale, religioso e dei diritti umani fondamentali.

Tornando all’oggi, dobbiamo constatare che l’Onu è quasi impotente. Noi sindacati possiamo farci promotori, assieme alla Ces e alla Csi, di un’assemblea permanente internazionale che promuova e appoggi ogni iniziativa per il cessate il fuoco e la ricerca di trattati di pace nei conflitti in corso.

La geopolitica ci presenta un mondo dove tutto andrà ridefinito: i diritti delle persone alla circolazione nel mondo e i diritti alle fonti primarie della vita, come l’acqua (una persona su quattro al mondo non ha l’acqua potabile). E si definiranno nuovi equilibri mondiali, con conseguenze oggi poco prevedibili (si pensi alla crescita recente dei Brics a cui ora si sono aggiunti Arabia Saudita, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi, e una cinquantina di paesi sono in coda per entrare).

Multipolarismo e multiculturalismo dovranno vedere nuovi accordi sulla circolazione delle merci, sul clima, sull’accesso alle materie prime, sui diritti nello spazio, sui mercati finanziari, ecc.

In questo quadro, in Italia abbiamo il primo governo di destra-destra dal dopoguerra. Con una feroce, bugiarda e stolta offensiva culturale e concreta contro valori e principi della Costituzione. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? Per questo governo il primato sembra spettare all’impresa, il lavoro cattivo e precario, con bassi salari e senza diritti, se serve all’impresa e alle piccole aziende per stare sul mercato, va assecondato con leggi ad hoc (reintroduzione dei voucher, liberalizzazione dei contratti a termine, appalti e subappalti a cascata, niente salario minimo). La cancellazione del reddito di cittadinanza è sostenuta con argomenti che colpevolizzano chi un lavoro non ce l’ha.

Sul fisco siamo all’ottavo condono. E i pensionati sono vessati e usati come un bancomat, mentre gli evasori sono premiati. Sugli immigrati poi si sfiora la ferocia razzista. La destra peggiore anche riguardo l’aborto e i diritti Lgbtq+. Vorrebbero pure tornare al nucleare.

E la Cgil? Meno male che c’è. Con la sua “Via Maestra” prova a reagire, e annuncia, assieme alla Uil (grave che non ci sia la Cisl) la mobilitazione dei prossimi mesi, che ci deve vedere tutti impegnati a divulgare e sostenere gli obiettivi della nostra piattaforma.

 

 
©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search