I nazisti di Alba Dorata condannati dai greci e dal tribunale di Atene - di Argiris Panagopoulos

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Alba Dorata, o quello che era rimasto della sua cupola e dei manovali delle violenze, marcirà nelle carceri nei prossimi anni, dopo le condanne di 39 nazisti che superano i 500 anni di prigione. Altri 18 nazisti sono stati condannati a pene minori. Dei 68 accusati, solo 11 sono stati assolti dopo cinque anni e mezzo di giudizio, il più lungo nella storia della Grecia e il più grande contro nazisti dopo Norimberga. Con molto coraggio e sfidando pressioni e minacce, il tribunale di Atene ha riconosciuto che Alba Dorata era una organizzazione criminale, perché l’ideologia nazista è criminale, perché si identifica con la violenza cieca e indiscriminata.

Non è stato un giudizio politico, come volevano dimostrare quelli che con i coltelli e le spranghe hanno ammazzato il rapper Pavlos Fyssas, hanno attaccato i sindacalisti dell’organizzazione sindacale del Pc di Grecia, Pame, e i pescatori egiziani, per non parlare dell’omicidio a sangue freddo del pakistano Sachjat Lukman, i frequenti attacchi contro immigranti e militanti e attivisti di sinistra e delle comunità Lgbt indifesi.

Alba Dorata è esistita e ha avuto le sue fortune solo grazie alla complicità delle istituzioni, dei governi di Nuova Democrazia e di alcuni socialisti del Pasok, che perfino pubblicamente elogiavano le sue macabre azioni. Il ministro della Protezione del Cittadino, Michalis Chrisochoidis, cioè ministro degli Interni, ex dirigente di spicco del Pasok passato armi e bagagli al governo di Nuova Democrazia, ha lasciato tranquillamente scappare il condannato vicecapo di Alba Dorata, Michalis Pappas, e l’eurodeputato Giannis Lagos, che perderà a giorni l’immunità del Parlamento europeo. Chrisochoidis, tanto elogiato da Stati Uniti e Cia per l’arresto dei terroristi del gruppo “17 Novembre”, ha tenuto per giorni agli arresti, senza visita dei suoi genitori, senza potersi cambiare i vestiti e andare al bagno, uno studente 14enne, reo di aver partecipato ad una pacifica manifestazione a favore dell’istruzione pubblica.

Nelle tre carceri dove saranno detenuti, i condannati nazisti saranno isolati, specialmente l’assassino di Fyssas, l’arrogante Giorgos Roupakias, che si era lamentato “perché un semplice omicidio si era trasformato in un caso politico”. Le autorità dicono per evitare il loro linciaggio dagli altri detenuti, o forse per non farli ammazzare tra di loro, dato che in tribunale molti cercavano di salvarsi dando le colpe ai loro camerati.

La condanna è stata possibile grazie alla tenacia di Maga Fyssas, la madre di Pavlos, che ha affrontato un calvario durato cinque anni e mezzo di continue minacce e insulti; grazie al magnifico gruppo di avvocati e giuristi, e alla coraggiosa studentessa Dimitra Zorzou che, a volte con le lacrime agli occhi e sotto le minacce, da semplice testimone oculare ha raccontato l’omicidio di Fyssas e ha riconosciuto i colpevoli: l’assassino, e la cupola di Alba Dorata che si era catapultata sul posto dopo aver dato il via libera ad ammazzare il giovane rapper di sinistra.

La sentenza porta anche la firma della presidente del tribunale Maria Lepenioti che, con enorme onestà e argomentazioni giuridiche, e conoscendo benissimo i crimini nazisti descritti nelle 15mila pagine degli atti, ha demolito le tesi del pubblico ministero Maria Oikonomou, che si era trasformata in avvocato difensore dei nazisti, chiedendone la scarcerazione o pene detentive irrisorie.

La condanna di Alda Dorata ha rappresentato la quarta grande, e definitiva, sconfitta, e la pietra tombale dell’organizzazione nazista più pericolosa, diventata esempio per i neonazisti e l’estrema destra europea, con l’illusione di poter arrivare anche a governare, magari con Nuova Democrazia, arrivando nei loro sogni al 20% o più.

Alba Dorata è stata sconfitta prima di tutto nella società greca, che ha reagito in gran parte creando strutture di solidarietà contro la crisi economica, sociale e umanitaria di fronte all’odio razzista, le discriminazioni e le violenze naziste.

È stata sconfitta dalle politiche contro la crisi umanitaria del governo di Alexis Tsipras, che ha inserito nel sistema sanitario due milioni e mezzo di greci e tutti gli immigrati, ha reso gratuiti energia, acqua e cibo ai bisognosi, e ha chiesto ai greci ad andare nelle spiagge di Lesbos, di Chios, di Samos e delle altre isole nell’estate del 2015 per salvare i profughi e gli immigrati, tagliando le gambe ai nazisti, che avevano perso le coperture di Nuova Democrazia, come si è dimostrato in aula, e della polizia.

È stata sconfitta perfino nelle urne, rimasta fuori dal parlamento nell’estate del 2019, facendo perdere l’immunità parlamentare ai suoi capetti. Ma i quasi cinquecentomila greci che ha avevano votato Alba Dorata erano tutti nazisti? Sarebbe uno sbaglio enorme regalarli ai criminali nazisti. Di sicuro il serpente è ferito ma non è morto, e cercherà di cambiare pelle. Ma le foto dei criminali nazisti ammanettati rappresentano un’enorme vittoria della democrazia, che va oltre gli stretti confini della piccola Grecia.

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