I dieci anni della campagna “Mettiamoci in gioco” - di Denise Amerini

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Il 30 settembre scorso a Bologna la campagna “Mettiamoci in gioco” ha festeggiato i dieci anni di attività, con un convegno nazionale durante il quale, oltre ad approfondire i temi legati alle conseguenze del gioco d’azzardo in termini sociali e sanitari, ha rilanciato l’obiettivo della approvazione di una legge quadro che regolamenti e limiti l’offerta, e detti disposizioni per la prevenzione della patologia, per la cura, per la tutela sanitaria, sociale ed economica dei giocatori. Con un progetto che tuteli i lavoratori coinvolti, fuori dalle strumentalizzazioni di gestori e concessionari, in una prospettiva che ponga al centro la salute, e un modello di società che riduca le disuguaglianze e tuteli le fasce più deboli.

Le gravi carenze della legislazione attuale hanno infatti fatto esplodere un settore che, se nel 2021 poteva contare su una raccolta di 110 miliardi di euro, oggi vede una crescita fino a 140 miliardi. Colpisce il fatto che, su oltre 29 milioni di conti gioco online attivi in Europa a fine 2021, ben 9 milioni erano riconducibili al nostro paese. Un boom che, in assenza di un quadro normativo adeguato, ha comportato danni sanitari e sociali pesanti per tantissimi cittadini: secondo l’Istituto Superiore di Sanità in Italia vi sono 1,5 milioni di giocatori “problematici”, 1,4 milioni di giocatori considerati “a rischio moderato” e due milioni di giocatori “a basso rischio”. Cifre enormi, considerando anche le famiglie di questi giocatori, che devono sopportare le pesanti conseguenze, non solo economiche, del gioco d’azzardo. Ricordiamo solo come il gioco d’azzardo sia una delle principali cause di indebitamento, ed abbia conseguenze devastanti nei rapporti familiari e affettivi.

In misura proporzionale alla crescita del settore sono aumentati i costi sanitari, sociali, relazionali e legali del gioco d’azzardo. E molte inchieste della magistratura, così come la stessa commissione antimafia, evidenziano che il business del gioco d’azzardo costituisce un interesse specifico di infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali, e che l’espansione del gioco d’azzardo legale non solo non contiene, ma alimenta a sua volta il gioco d’azzardo illegale. Esiste inoltre un nesso molto stretto tra gioco d’azzardo e usura.

Il problema del gioco d’azzardo, grazie anche a “Mettiamoci in Gioco” e alle altre campagne presenti nel paese, è oggi, almeno in parte, all’attenzione dell’opinione pubblica. Non lo è purtroppo della politica, che resta silente e inattiva davanti a un fenomeno sociale così rilevante. Nonostante questo immobilismo, sono stati comunque raggiunti alcuni importanti risultati: il divieto di pubblicità, l’istituzione dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo presso il ministero della Salute, il fondo per i progetti regionali, l’inserimento del disturbo da gioco d’azzardo nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Nel corso del convegno sono intervenuti i portavoce di alcuni comitati regionali, a sottolineare l’importanza del presidio territoriale che questi svolgono. Molte amministrazioni locali sono intervenute sulla regolamentazione dell’offerta, in termini di distanze da luoghi sensibili e orari di apertura, ma oggi le normative esistenti vengono rimesse in discussione, come sta accadendo ad esempio in Piemonte, in Lazio e in Liguria, nonostante la loro legittimità sia stata confermata anche da molte sentenze dei Tar, a fronte dei ricorsi presentati dai gestori.

In occasione del convegno, è stato condiviso un appello, predisposto dal coordinamento lombardo della campagna, per chiedere che venga ripristinata la piena accessibilità ai dati del gioco fisico e online (indispensabili per comprendere appieno le dimensioni del fenomeno e l’efficacia dei provvedimenti adottati), appello che verrà sottoposto agli amministratori locali e ai rappresentanti politici dei vari territori, perché lo sottoscrivano e lo promuovano.

L’obiettivo, da rilanciare con forza, resta quello di ridurre domanda e offerta di azzardo: a fronte di una crisi socioeconomica come quella che stiamo attraversando, dell’impoverimento generale che investe fasce sempre più ampie di popolazione, il rischio di un terreno ancora più fertile per l’espansione e la diffusione dell’azzardo è reale e concreto. Dobbiamo impedirlo.

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