La legge 92 del 2004, votata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, è subito sembrata una norma controversa.
È ovvio che a tutte le vittime innocenti del conflitto debba andare il dovuto omaggio e ricordo. Anche attraverso cerimonie pubbliche e momenti di riflessione. La questione assume però un diverso peso se la memoria delle sole proprie vittime diventa occasione per una legge ad hoc. Tale strada sarebbe già problematica per un qualunque paese, ma, per una nazione come l’Italia appare come un pericoloso capovolgimento della realtà storica. Siamo di fronte non solo all’uso pubblico della storia ma alla torsione strumentale, faziosa e violenta di complesse e dolorose vicende che non sono accadute per caso. Se tutta la storia è complessa e non riducibile a cause ultime o singole, quando, dallo studio storico e scientifico delle vicende del passato, si passa a cosa si intenda celebrare, a quali valori ci si voglia richiamare sotto l’ala di una Costituzione che non è né neutra né neutrale, il discorso cambia.
Il nostro paese ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita del totalitarismo[1] fascista; un modello inedito di “reazione di massa” che fece scuola in diversi paesi,[2] compresa la Germania che nel 1933 divenne patria della Nsdap (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei - Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori).
Quel regime si caratterizzò per il nazionalismo violento e per un imperialismo razzista rivendicato fin da subito. Lo sradicamento della nazionalità slava lungo tutto il ventennio,[3] i massacri al limite del genocidio commessi in quelle terre durante il secondo conflitto mondiale,[4] i campi di concentramento,[5] gli incendi dei paesi, le fucilazioni di massa.[6] Tutto questo è conosciuto e studiato dalla ricerca storica ma al più poco considerato dalla stampa e dalla comunicazione di massa.[7]
La condotta della guerra in Africa Orientale o in Jugoslavia è stata improntata ad una violenza estrema che nulla ha avuto da invidiare a quella messa in atto dal “cattivo tedesco”[8] per tacere della responsabilità nella deportazione politica ed ebraica.[9] Ma non c’è un giorno della memoria per i massacri compiuti e quello del 27 gennaio riguarda paesi lontani e stranieri. Insomma l’Italia fascista sembra essere stato un paese di sole vittime.
Che anche le forze appartenenti ad una tradizione progressista abbiano avallato una tale torsione delle proprie stesse radici è vergognoso. Ripeto: non è in discussione la condanna delle violenze e dei morti innocenti. La questione è assai diversa. Quando una giornata memoriale diviene legge, ciò equivale alla lettura che diamo di noi stessi, cosa vogliamo trasmettere e tramandare a cosa diamo importanza per la nostra identità.
In questa ottica, la legge che istituisce il giorno del ricordo è una legge ideologica dove la destra ha piazzato un punto nella lotta per l’egemonia culturale. “Voi avete la Shoah? Noi le Foibe, Siamo pari”. Che ciò si sia prodotto per motivi contingenti e strumentali, appare di una gravità estrema, un danno irreparabile e uno sfregio alla Costituzione nata dalla Resistenza.
[1]Il termine “totalitarismo” è qui usato nella forma adoperata dai regimi stessi. Vedi E.Traverso, Totalitarismo. Storia di un dibattito, Ombre Corte, 2015.
[2]E. Collotti, Fascismo fascismi, Sansoni, 1989.
[3]Vedi J. Pirjevec, Foibe. Una storia d’Italia, Einaudi, 2008. Un’agile e aggiornata sintesi in E. Gobetti, E allora le foibe?, Laterza, 2021.
[4]P. Adriano, G. Cingolani, La via dei conventi. Ante Pavelic e il terrorismo ustascia dal Fascismo alla Guerra Fredda, Mursia, 2011
[5]A. Kersevan, Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943, Nutrimenti, 2008.
[6]G. Oliva, “Si ammazza troppo poco”, Mondadori, 2006,
[7]Clamoroso l’episodio avvenuto nella trasmissione “porta a Porta” del 10 febbraio 2012, dove una foto di soldati italiani in atto di fucilare dei partigiani slavi viene capovolta nell’esatto opposto. https://www.youtube.com/watch?
[8]F. Focardi, Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale, Laterza, 2016.
[9]Per un episodio di deportazione in Toscana compiuto direttamente dai fascisti vedi A. Dini, La notte dell’odio, Clichy, 2020 (ed. or. 1988).